Antico vulcano sommerso scoperto al largo dei Campi Flegrei: la nuova ricerca svela strutture geologiche straordinarie

Un team di ricercatori italiani ha individuato sul fondale del Mar Tirreno, nei pressi dei Campi Flegrei, una serie di strutture geologiche finora sconosciute. Tra queste, spiccano una grande caldera sottomarina e un’enorme frana che potrebbe aver generato uno tsunami in passato. Questa scoperta, ottenuta grazie a un approccio multidisciplinare, rappresenta un importante passo avanti nella comprensione della tettonica dell’area e della sua attività vulcanica passata.

Una scoperta frutto di tecnologia avanzata

L’area dei Campi Flegrei, nota per la sua complessa attività vulcanica, è stata ampiamente studiata nella sua porzione emersa. Tuttavia, le informazioni sulla parte sommersa erano finora limitate. Per superare queste difficoltà, i ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-Ismar) hanno utilizzato tecnologie all’avanguardia, tra cui:

  • Rilevamenti magnetici aerei e navali ad alta risoluzione.
  • Dati batimetrici e sismici integrati per una visione dettagliata del fondale.

Grazie a queste tecniche, è stata identificata una caldera vulcanica parzialmente smantellata a ovest dell’isola d’Ischia, oltre a una frana sottomarina che si estende per circa 40 chilometri.

L’impatto delle anomalie magnetiche sullo studio

Le anomalie magnetiche rilevate sul fondale hanno portato alla scoperta di strutture geologiche finora ignote. La caldera, connessa probabilmente all’attività vulcanica antica, rappresenta un elemento chiave per comprendere meglio l’evoluzione dei Campi Flegrei.

Inoltre, la frana individuata sul versante meridionale dell’isola d’Ischia, per dimensioni e caratteristiche, potrebbe aver generato un tsunami in passato, confermando la necessità di monitorare attentamente queste aree sottomarine.

La relazione tra vulcanismo e tettonica

Lo studio offre nuove informazioni sulla connessione tra la tettonica dell’area e l’attività vulcanica dei Campi Flegrei. Le numerose faglie individuate rappresentano potenziali vie di risalita per il magma, fornendo indizi fondamentali sull’origine e sull’evoluzione del vulcanismo della regione.

La scoperta della caldera rafforza l’ipotesi che l’isola d’Ischia e i Campi Flegrei siano parti integranti di un unico sistema vulcanico, con dinamiche interconnesse che potrebbero influenzare la sismicità e la vulcanologia dell’intera area.

Monitoraggio e prevenzione: una priorità

Questo studio, pubblicato sulla rivista Geomorphology, sottolinea l’importanza delle indagini geofisiche per monitorare le aree vulcaniche sottomarine. Tali tecniche consentono di esplorare zone difficilmente accessibili, permettendo di individuare potenziali fattori di rischio e di pianificare strategie di prevenzione più efficaci.

Verso nuovi approfondimenti

Le scoperte rappresentano solo il primo passo verso una comprensione più completa delle dinamiche sottomarine dell’area. Saranno necessari ulteriori studi per analizzare nel dettaglio le caratteristiche delle strutture geologiche individuate e per valutare i rischi associati a una delle aree vulcaniche più attive e pericolose al mondo.

Un futuro da esplorare

La ricerca offre uno spaccato affascinante della storia geologica dei Campi Flegrei e apre nuove prospettive per lo studio delle aree vulcaniche sommerse. L’approccio multidisciplinare si conferma uno strumento indispensabile per indagare le profondità del nostro pianeta e per tutelare le comunità che vivono in aree a rischio vulcanico.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *