G7 e Australia concordano di fissare un limite al prezzo del petrolio russo

Secondo segnalazioni dei media statunitensi, le nazioni del Gruppo dei Sette (G7) e l’Australia, hanno concordato di fissare un prezzo fisso anziché variabile per il petrolio russo dopo aver concluso un accordo sul prezzo massimo sullo stesso, mentre il prezzo iniziale non sarebbe ancora fissato.
“La coalizione ha concordato che il prezzo massimo sarà un prezzo fisso che verrà rivisto regolarmente piuttosto che uno sconto su di un indice”, afferma il rapporto di giovedì. “Ciò aumenterà la stabilità del mercato e semplificherà la conformità per ridurre al minimo l’onere per i partecipanti al mercato”. Sebbene il prezzo iniziale non sia stato fissato, dovrebbe essere concordato nelle prossime settimane, afferma il rapporto, citando più fonti.
Inoltre, i paesi avrebbero concordato anche di rivedere regolarmente il prezzo fisso secondo necessità.
In estate, i paesi del cosiddetto Occidente collettivo hanno discusso l’introduzione di un tetto massimo per il prezzo del petrolio russo. Il 2 settembre i ministri delle finanze del G7 hanno confermato l’intenzione di imporre un tale tetto massimo nell’ambito dell’estensione delle sanzioni contro Mosca. Il price cap sarà introdotto il 5 dicembre per il petrolio e il 5 febbraio per i prodotti petroliferi.
A ottobre, il segretario al Tesoro statunitense Janet Yellen ha proposto un tetto massimo di 60 dollari per un barile di petrolio russo. La Casa Bianca stava rivedendo i termini per limitare i prezzi del petrolio russo, pianificando di ammorbidire le condizioni per l’applicazione delle restrizioni, secondo i media.

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