La manovra Meloni
Cominciano a filtrare le prime notizie sullo scheletro della manovra, il documento di economia e finanza che il governo si appresta a varare, atteso in Consiglio dei ministri lunedì pomeriggio.
Il Consiglio dei ministri è in programma alle 17. “C’è accordo su tutto”, dice Salvini. Meloni invece definisce la manovra come “Una prova che non si può fallire, a costo di far fibrillare (sottotraccia) i partiti”.
Punto per punto, secondo il Corriere della sera, la situazione è questa:
Un budget da 32 miliardi: Confermata l’entità complessiva della Legge di Bilancio, che per due terzi sarà in deficit, con 21 miliardi destinati agli aiuti per famiglie e imprese contro la crisi energetica e il caro bollette. Possibile aggiunta: un “price cap” nazionale, un tetto al prezzo di luce e gas.
Il taglio dell’Iva su pane, pasta e latte: È una misura rivendicata da Forza Italia e da Salvini. Per il capo della Lega “sarebbe un bel segnale”, per Berlusconi addirittura “essenziale”. Per Giovanbattista Fazzolari, sottosegretario all’Attuazione del programma e fedelissimo meloniano, “è possibile che non ci sia. Incide poco. Si rischia che non ne benefici il consumatore”. La verità è che parliamo di pochi spiccioli. Ma come spiega Fabio Savelli, “proporzionalmente servirebbe alle famiglie più povere che hanno un’alimentazione meno varia”.
La riforma del Reddito di cittadinanza: Si va verso una riduzione progressiva dopo i 18 mesi di assegno. La premier caldeggia l’ipotesi più dura: fine del sussidio per gli abili al lavoro. Ma ci sono altre ipotesi più graduali. Tutte, comunque, prevedono la perdita del Reddito al rifiuto della prima proposta “congrua” di lavoro (ora scatta dalla seconda). In tutto, sono più di 830 mila le persone che potrebbero essere colpite dalla stretta, un sussidiato su tre. Il risparmio sarebbe di 1,8 miliardi.
Il taglio del cuneo fiscale: Sicuramente sarà rifinanziato il taglio di due punti deciso nel 2022 per le retribuzioni lorde fino a 35 mila euro. Il taglio potrebbe salire a 3 punti, ma nella maggioranza qualcuno vuole destinare il punto in più alle retribuzioni fino ai 20 mila euro e qualcun altro alle imprese.
La flat tax al 15%: Per autonomi e partite Iva sarà estesa dai 65 mila agli 85 mila euro, non 100 mila come voleva Forza Italia.
Quota 103 sulle pensioni: Qui l’accordo c’è: si potrà lasciare il lavoro con 62 anni di età e 41 di contributi e non più con i 64+38 di Quota 102. Una scelta che interesserà 48mila lavoratori, per una spesa di circa 750 milioni.
Amazon tax: L’idea di tassare le consegne di beni ordinati online effettuate con mezzi inquinanti è in dubbio, perché dai giganti del web potrebbe ricadere sulle piccole aziende di trasporto.
Più figli più soldi: Previsto un aumento da 100 a 200 euro della maggiorazione dell’assegno unico per le famiglie con 4 o più figli. Per i gemelli fino a tre anni ci sarebbero 100 euro in più.